Sacred Moon

Il primo caso di tortura psicologica su un Espada dai tempi di Aizen, in questo modo si sarebbe potuta riassumere la giornata sino a quel momento. Il piccolo Vincent spiccò un saltello e alzò le braccia al cielo, contento della risposta della Regina.
Evviva! Grazie, Lady Harribel!
A quel punto si iniziò ad incamminare verso Miraga, mentre le labbra assunsero una forma arcuata simile a quelle di un gatto divertito. La testa ondulava a destra e a manca. Come se non bastasse, ci si mise anche la sorella con una fragorosa risata a rendere il siparietto ancora più esilarante per i presenti, oltre che terrificante per il Cuatro Espada.
Forza, Miraga... Come dicono gli Shinigami?... S e n s ei! Non sia timido! Sarà un'esperienza nuova avere un allievo!
Sembrava veramente emozionato all'idea. E poi quale allievo migliore di una giovane mente da formare come quella del piccoletto? Era capace di apprendere in fretta, quando aveva voglia e ci si metteva.
Quindiii... Dobbiamo andare fuori da Las Noches? Non vedo l'ora di vedere come è questa Segunda Etapa
Le questioni legislative come l'impossbilità di usare Gran Rey Cero o rilasci per gli Espada dal 4° grado in su avrebbero dato problemi, se avesse dovuto mostrargli la forma. A quel punto si voltò verso l'arrancar scarlatto.
Scarlet, vieni anche tu, no?
E come perdersi la prima occasione, forse anche l'ultima dal punto di vista del Coyote, di vedere un Espada addestrarne un altro?

Tutto era stato deciso: Vincent non avrebbe dovuto fare altro che seguire gli insegnamenti di Miraga e sarebbe stato in una botte di ferro. Leggeva negli occhi del Cuatro Espada l'entusiasmo nell'allenarlo e l'orgoglio nell'avere finalmente un discepolo. Sfortunatamente, Vincent era leggermente dislessico.
Va bene, ricevuto! Alla prossima, Lady Harribel
Esclamò, portando il taglio della mandritta alla fronte, esibendosi in una specie di saluto militare verso il coyote e in un inchino verso Harribel. Dieci minuti e si sarebbero dovuti incontrare al campo di addestramento dei Guardiani. Detto ciò, si diresse verso la propria stanza, probabilmente accompagnato dalla sorella adottiva.

Lungo il tragitto, nel quale avrebbe dovuto prendere alcuni oggetti per l'allenamento, si voltò verso l'arrancar scarlatta.
Quindi, Scarlet... Anche tu ti allenerai con Miraga?
Disse incrociando le mani dietro la nuca e ondulando il testone a destra e a manca, ormai sulla soglia dell'ingresso del suo palazzo. Tanto valeva informarsi meglio delle sue condizioni.
Spiega, spiega. Come funziona quando vai in Segunda Etapa? Diventi più alta? Diventi più Hollow? Diventi più Shinigami?
Poi c'erano anche altre domande che balenavano per la testa del piccoletto: del resto, era da un bel po' che non chiacchieravano in privato.
Oh e come va? Hai già provato a sfidare Lady Harribel?
Domandò, mentre si facevano largo nei corridoi, sino ad arrivare alla cameretta dell'Espada. Se non ricordava, la ragazza aveva un obiettivo ben preciso: il trono. Qui, il ragazzino recuperò un po'di tonici e la sua borsa. Non sapeva cosa aspettarsi, ma non avrebbe voluto interrompere l'allenamento a causa di ferite eccessive. Di Kiara non sembrava esserci alcuna traccia, probabilmente era ancora impegnata nel sistemare il vaso polverizzato.
Questo, poi questo... E anche queste.
Era sicuro che Miraga sarebbe stato molto severo quindi prese tutto l'occorrente per assicurarsi di essere sempre in forma.
Aaandiamo!
Recuperate le ultime cose e messa a tracolla la sua borsina con un draghetto stilizzato stampato sopra, Vincent si diresse correndo con le sue gambotte verso il campo di addestramento dei Guardiani. Non ci avrebbe impiegato tanto: non distava poi molto. Chissà cosa avrebbe trovato, una volta lì.

Non appena la coppia giunse in prossimità della destinazione, un Adjuchas dalle sembianze di un millepiedi si introdusse a loro, conducendoli all'interno di una grande galleria. Passati attraverso di essa, il duo si ritrovò di fronte all'ingresso dell'arena. A piccoli passi e ingoiando un grumo di saliva per allontanare l'ansia pre-allenamento, il nanerottolo decise di incamminarsi verso il centro.
Il campo di addestramento si dilungava per circa un centinaio di metri. Vincent non era mai stato lì, solitamente usava la stanza di allenamento privata degli Espada quando doveva allenarsi.
Accipicchia, mi ricorda qualcosa.
Nella sua memoria riecheggiarono gli echi di un arena in cui lui, Scarlet e Genome avevano affrontato degli altri Hollow. Erano ricordi fumosi, ma fu la prima cosa che gli venne in mente. C'erano un sacco di individui all'interno, perlopiù menos spettatori. Evidentemente l'evento doveva aver richiamato l'attenzione di molte creature di Las Noches. Sugli spalti, Vincent notò solo due Arrancar: Thallìa e l'infermiera di Las Noches, Roka Paramia. Con un cenno della manina salutò entrambe per poi osservare la sorella.
Quanti... Certo che Miraga fa le cose in grande!
Disse alla ragazza, prima di portare lo sguardo sul Cuatro Espada, che stava chiacchierando con un Adjuchas dalle sembianze taurine. Il piccoletto corrucciò le labbra: chissà che stava facendo Genome: era un sacco di tempo che non lo risentiva.
Ci siamo! Dunque...
Principiò, aggiustandosi la cinghia che legava Ascalon alla schiena e incamminandosi verso il coyote. Si fermò a poco meno di due metri da lui e fissandolo con un'aria ricolma di speranza e occhi vivacemente interessati.
Maestro Miraga, cosa dobbiamo fare? Mi insegnerà a controllare meglio la mia Reiatsu? Devo usare meglio le tecniche Arrancar?
Chiese, senza una precisa idea di come funzionasse l'allenamento per la Segunda etapa. C'erano così tante opzioni nella testa del nanerottolo.

Il nanerottolo incrociò le braccia all'altezza del petto e accennò ad un "si" con la testolina. Miraga aveva ragione, quindi avrebbe dovuto seguire tutto quello che gli diceva. Nel frattempo, Miraga gli chiese se fosse pronto, ma Vincent stava ancora provando a chiedere qualcosa, ciarliero come suo solito.
Uhm... Quindi niente rilascio. Capisco! E quindi cosa dovremm...
Non fece in tempo a terminare la frase che l'Espada scomparve e comparve dinanzi a lui con la gamba pronta.
MA!
Avrebbe dovuto schivare. E schivare era una cosa che riusciva perfettamente a Vincent. Aveva schivato così tante volte nella sua vita. Quando ancora era un Hollow di basso rango. Quindi nemmeno si ricordava bene le basi della schivata. Cercò di espandere al massimo la sua capacità sensoriale tramite l'ausilio della Pesquisa, leggendo in questo modo la traiettoria dell'attacco. Se avesse guadagnato istanti sufficienti si sarebbe esibito in un saltello all'indietro per evitare l'attacco in arrivo.
Cavolocavolocavolocavolo!
Altrimenti, nell'ipotesi più probabile, il piccoletto sarebbe semplicemente volato via come un sassolino e si sarebbe conficcato con la testa dentro la colonna.

Come un pallone da Bala a Volo, il piccoletto venne scagliato via contro una delle varie colonne che componevano il campo di battaglia. L'impatto contro la colonna fu devastante, tanto da finire incastrato al suo interno.
Stonk!
Come la punta di una freccia era completamente conficcata dentro al bersaglio, la stessa cosa di poteva dire del testone del piccoletto. Dal suo interno, una piccola lucertolina hollow gli passò sul naso, prima di rintanarsi in una delle tante fessure. D'altro canto, egli cercò di staccarsi, premendo con le braccia contro il duro granito della struttura.
Mmmph! Mmph! Wah!
La testa schizzò fuori ed egli poté tornare a respirare l'aria pura dell'Hueco Mundo. Senza più nulla a tenerlo agganciato lì, si lasciò ricadere a terra cercando un atterraggio morbido.
Krh! Se questo è solo l'inizio, a fine sessione ci rimetterò le scaglie.
Mugugnò osservando il proprio maestro. Pensando alle proprie parole, gli balenò in testa un pensiero: non aveva le scaglie. Non ancora. Doveva entrare in Resurrecciòn per farlo e, in un certo senso, si rese conto di quale fosse il problema: senza il rilascio il suo potere era sigillato, così come le opzioni di cui disponeva per difendersi.
Tap!
Atterrò con la gamba destra inginocchiata. Accanto a lui, Scarlet si avvicinò con dei medicinali, ma il piccoletto glissò immediatamente la sorella.
Non ancora! Ci vuole ben più di un calcio.
Anche se avvertiva un forte dolore alla cassa toracica e alle guanciotte, che si massaggiò con una smorfietta di dolore.


Ma proprio in quel momento, il dito di Miraga cominciò a baluginare di una luce sinistra. Il piccoletto sgranò gli occhietti e, d'istinto, si morse il pollice della mancina.
Dannazione... Via, Scarlet!
Esclamò allarmato, per poi protendere il braccio suddetto verso il Cero in arrivo. Il rivolo di sangue fuoriuscito dal dito dell'Espada si condensò attorno al suo palmo in una sfera azzurra grande quanto un pugno.
Gyyyn!
Caricandosi di Reiryoku, la sfera liberò un fascio di una tinta azzurra più chiara di quella dell'Espada. Un Gran Rey Cero dalle dimensioni decisamente più modeste di quelle di Miraga: era ampio appena due metri di diametro, sufficiente a colpire una singola persona, ma dalla potenza nettamente più concentrata e adeguata a perforare un attacco dispersivo come quello di Salazar. Per sicurezza, egli decise di rivestire il proprio corpo di Hierro, onde attutire i danni nel caso non fosse riuscito
Wham!
Il dolore rese difficile caricare al massimo il fascio energetico. Nel momento in cui si sarebbero scontrati, le onde avrebbero rilasciato una grande onda d'urto, infrangendosi l'una contro l'altra.

Se l'intento fosse riuscito, il piccoletto avrebbe sospirato al vedere i due Cero annullarsi a vicenda.
Un Gran Rey Cero per annullarne a malapena uno normale. Se fossi un tipo orgoglioso, mi sentirei umiliato...
Commentò sprezzante, prima di rimettersi in postura di guardia.