Ryo Tokuma

Ryo è un ragazzo alto un metro e ottantasette centimetri, nonostante la sua corporatura sembri nella media, il suo fisico è molto allenato e flessibile, avendo superato ogni tipo di avversità atmosferica. La sua carnagione è chiara, inoltre possiede dei corti capelli neri che combina con occhi freddi del medesimo colore. Assieme alla veste dei comuni Shinigami, indossa una folta pelliccia scura dietro le spalle, da utilizzare specialmente in condizioni artiche, ma utile comunque in ogni tipo di situazione.

È davvero complicato definire il carattere psicologico di Ryo, poiché sarebbe come parlare del nulla. Si dimostra come un tipo calmo, logico e spaventosamente impassibile, probabilmente anaffettivo visto che da sempre traspare la stessa espressione sul suo volto senza mai mutare nemmeno in occasioni di estremo pericolo o di morte certa. Però questo atteggiamento è sempre stato visto in maniera positiva dagli altri Shinigami e dai docenti dell'accademia visto che Ryo era definito un po' come il soldato perfetto, colui che non ha paura di morire e che si ammazzerebbe piuttosto che scappare davanti alla propria missione, per questo motivo è sempre stato visto come una persona ligia al dovere. In realtà però, sotto sotto veniva temuto dai suoi compagni per questa sua inespressione delle emozioni, tanto che qualcuno per spiegare il fenomeno iniziò a pensare che si trattasse di una cavia da laboratorio o di un vero e proprio robot. Ryo dal canto suo, fin dal suo arrivo nella Soul Society stava cercando semplicemente qualcosa che gli desse senso di esistere, uno scopo, e dopo aver incontrato Zac sembra proprio che l'abbia trovato.

Nonostante l'aspetto sia quello di un uomo sulla ventina, in realtà Ryo è nella Soul Society da tempo immemore, essendo morto secoli e secoli fa, da semplice anima solitaria ha visitato per lo più tutti i distretti dell'immenso Rukongai, alla ricerca di qualcosa che potesse dargli uno scopo in quella nuova vita. In tutti quegli anni aveva vissuto come un eremita, viaggiando per tutto il Rukongai e fermandosi in determinate zone a vivere, cercando di capire se da quelle parti ci fosse qualcosa che sarebbe stato adatto a lui. Ma il suo viaggio si rivelò quasi infinito, sopportò sia le temperature più infernali che quelle più glaciali, senza arrivare a nulla che lo soddisfasse, pensò addirittura di togliersi la vita non avendo trovato un senso alla sua esistenza, ma prima decise di provare con l'ultima opzione che gli era rimasta, ovvero diventare uno Shinigami. La sua forza spirituale è sempre stata particolare rispetto alle altre anime, era ovvio che avesse il potenziale per diventare uno Shinigami ma in tutti quegli anni non ci aveva pensato nemmeno una volta visto che non si trattava di qualcosa che gli interessava, e dopo essersi iscritto all'Accademia confermò la sua ipotesi. Non provava nulla nel salvare gli umani o nel combattere gli Hollow, ne soddisfazione, ne paura, ne eccitazione, il nulla più assoluto. Passò gli anni in accademia come un fantasma, parlando solo se necessario e non stringendo alcun legame con nessuno dei suoi compagni, passò brillantemente l'esame e si unì alla 5° Brigata visto che sembrava quella più adatta per un uomo tranquillo come lui.
Passò un anno praticamente da comprimario, a redigere documenti scritti e compiere semplici missioni di ronda e guardia, nemmeno alla 5° Brigata era stato valorizzato, anche perché il potere non gli mancava, si era allenato da solo ed era diventato più potente di tutti i comuni Shinigami ma nonostante ciò non veniva considerato praticamente da nessuno, per colpa del suo carattere privo di intraprendenza o di voglia di farsi notare. Ma per lui tutto ciò non era un peso, non sentiva nulla, la sua pazienza era lodevole visto che decise attendere ancora altro tempo. Passò quasi un altro anno, a svolgere i medesimi incarichi, le nuove reclute si erano unite alla Brigata e alcuni di loro stavano facendo persino carriera, mentre lui rimaneva a marcire, non era arrabbiato o frustrato, ma pensò di aver perso solamente tempo con tutta quella storia del diventare Shinigami, alla fine era rimasto tutto come prima e quindi non gli rimaneva che quell'opzione. Un giorno si recò in una zona sperduta del Rukongai, precisamente nel 30° Distretto del Rukongai del Nord, su un isola che era avvolta da un'enorme lago, un luogo difficilmente accessibile a cui nessuno avrebbe badato, durante il suo lungo pellegrinaggio era uno dei luoghi più nascosti che aveva trovato, si trattava di un isola sperduta coperta interamente dalla vegetazione, una foresta quasi infinita in cui sembrava di star sempre nello stesso luogo vista la somiglianza a tratti identica tra le zone, una vera e propria foresta labirinto. In quella vegetazione si trovavano un infinità di piccole grotte con dei cunicoli che portavano chissà dove. Quello era il posto in cui l'avrebbe fatta finita, a quanto pare non c'erano risposte per cui non ne valeva la pena di continuare a sopravvivere. Per fatalità del destino o per pura coincidenza, trovò Zac in quell'isola e bastò una semplice conversazione con lui per fargli cambiare totalmente idea, quel giovane dagli occhi dorati, con le sue parole, era riuscito in pochissimo tempo a dare uno scopo a Ryo, donandogli un posto a cui appartenere e conquistandolo con il suo eccelso carisma. Ryo trovò in quella figura tutto ciò a cui aspirava, una saggia guida da ascoltare che puntava a renderlo vivo, e da quel giorno lo Shinigami prova una devozione concretamente assoluta nei confronti di Zac, nonché un profondissimo rispetto e ammirazione nei confronti dell'uomo che aveva dato uno scopo alla sua esistenza.