Missione Lv.2 - Dove Finisce la Luce

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    Dove Finisce la Luce
    Missione - Lv.2



    Soul Society - Quartier Generale della 13a Brigata
    Erano passate circa 2 settimane da quando Naoki Nakamura si era unito al Gotei 13 ed era stato accolto nella Brigata del Capitano Kuchiki. La stagione estiva era ormai alle porte nel Mondo Umano, e così era anche nella Soul Society, il cui clima non differiva molto rispetto alla dimensione parallela.

    Come tutte le mattine, il dovere richiamò lo Shinigami nella Caserma dove prestava servizio, in attesa di ricevere i soliti ordini di routine i quali, in genere, prevedevano dei giri di pattuglia nel Mondo Umano. Questa volta però, ad attenderlo all'ingresso c'erano i soliti Anzai Takeda e Jiro Yoshi, come al solito su di giri. A più di una persona era venuto spontaneo chiedersi cosa ci trovassero, quei due, di tanto allegro nella noiosa routine mattutina.

    Ohhhh saaaalve, Naoki-san, cercavamo giusto te ! - fece il primo, avvicinandosi frettolosamente al nuovo arrivato. - Si, si, il Capitano Kuchiki ha chiesto di vederti, voleva che ti informassimo appena arrivato ! - fece l'altro, unendosi al collega. - Adesso è nel suo ufficio, ti sta aspettando !




    Mondo Umano - Karakura Town - La Torre
    La stagione estiva era cominciata ufficialmente solo da qualche giorno ma, in pratica, le temperature torride e asfissianti tormentavano già da mesi gli abitanti del Mondo Umano, ancor più quelli confintati nelle città, dove la situazione diventava ingestibile senza un buon impiento di climatizzazione.

    Fortunatamente la Torre ne era provvista e, almeno per coloro che studiavano e lavoravano al suo interno, non vi era alcuna differenza rispetto alle altre stagioni. Ma se per loro la calura estrema non comprometteva l'appartenenza al genere umano, non si poteva dire lo stesso per quelli assegnati alle squadre di pattuglia esterne, i quali a più riprese rientravano sudati come bestie e di umore non dissimile.

    Inutile dire che in questa situazione, coloro che avevano abilità basate sul fuoco erano diventati il nemico pubblico, emarginati e isolati come nemmeno i portatori delle peggiori malattie infettive, mentre quelli che avevano in dono poteri basati sul ghiaccio o sull'acqua venivano contesi come compagni di squadra a prescindere dall'effettiva abilità combattiva.

    Shigeo Katagiri aveva avuto la fortuna di non essere assegnato a nessuna squadra di pattuglia quel giorno e, pur essendo effettivamente in servizio, poteva limitare la propria attività lavorativa al girarsi i pollici a breve distanza da uno dei numerosi condizionatori presenti nella struttura. O almeno così era stato fino a quel momento: la sitauzione cambiò infatti di colpo quando venne raggiunto da uno dei messaggeri della torre, che gli indicò di recarsi nell'ufficio del comandante della Prima Divisione, presumibilmente per l'assegnazione di una missione.


    Anno 13 D.Y. - Estate

    y a k a m o z Andry_Sanjuu



     
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    narrazione - parlato - pensato - Jiro - Anzai -



    Erano passate già un paio di settimane dal suo arrivo alla Tredicesima.
    Dire che si fosse già ambientato sarebbe stato mentire, tutto gli sembrava ancora nuovo e adeguarsi ai nuovi ritmi era stato difficile e stressante per la sua mente, principalmente per il fatto che capitava di rado che venisse lasciato da solo. E più sforzi faceva per cercare di allontanarsi dagli altri o più provava a tenerli lontano, più questi - inverosimilmente - lo cercavano. Anzai e Jiro, ovviamente erano in cima a tutti quanti, per ordine di attaccamento. Non capiva davvero dove trovassero tutto il loro entusiasmo, e non capiva perché tra tutti gli Shinigami che avrebbero potuto prendere di mira, avevano deciso di diventare "culo e camicia" con lui.

    Quando si presentò vestito di tutto punto con il suo Shihakushou nero e la Zanpakuto legata al fianco destro, si era già preparato mentalmente ad una giornata come le altre. Si era presentato puntuale come sempre, seguendo pedissequamente ogni regola gli fosse stata impartita. Era vitale seguirle, per preservare l'equilibrio e l'ordine delle cose.
    Invece ci fu qualcosa di diverso quel giorno. Sbatté le palpebre colpito nell'apprendere da Anzai Takeda e Jiro Yoshi che il Capitano KKuchiki aveva chiesto espressamente di vederlo.

    Si aggiusto gli occhiali sottili sulla punta del naso e dopo aver fissato con attenzione i due compagni, annuì.

    Non facciamola aspettare troppo, allora.

    Sentenziò, lasciando che i due compagni lo guidassero attraverso i corridoi della Brigata per raggiungere la stanza occupata dal Capitano. In quella parte della caserma si poteva sentire il fluire di un piccolo corso d'acqua, e le piante verdeggianti rendevano più fresca la zona. Il ché era piacevole, considerato che nelle ultime settimane le temperature si erano inziate ad alzare, facendo da preambolo per la stagione estiva.

    Tutti e tre avevano il passo frettoloso, quale che fosse la motivazione di ognuno di loro, nessuno aveva il desiderio di far aspettare il loro Capitano troppo a lungo.
    Arrivati di fronte alla porta scorrevole, Naoki fece per prendere parola, ma Anzai lo riuscì a precedere, parlando con il suo vocione forte, annunciandosi sull'uscio della stanza che era stata lasciata aperta, quel giorno.


    Capitano! Abbiamo portato Naoki Nakamura come richiesto.


    I due sembrano essere più entusiasti e curiosi di quanto non lo fosse Naoki stesso, non che Naoki fosse poi quel tipo di persona che esternava tanto bene le sue emozioni o le sue sensazioni.

    Chissà perché mi ha chiamato qui?

    Non era particolarmente preoccupato, aveva sempre agito nel rispetto di quanto gli era stato richiesto per cui era escluso che potesse essere ripreso effettivamente per qualcosa. Chinò il capo solo per un attimo, rispettosamente, ma senza muovere eccessiva deferenza nei riguardi della donna di fronte a sé. Da quando l'aveva ripreso il primo giorno era sempre stato molto attento a trattarla come "uno Shinigami normal".


    Buongiorno Capitano Kuchiki.
    Salutò con educazione, ma senza effettivo slancio od affetto.

    Era diametralmente opposto ad Anzai e Jiro, e il fatto che loro fossero presenti rendevano le sue interazioni ancora più tenui e fredde di quanto sarebbero risultate senza di loro.

    Avrebbe atteso pazientemente ciò che Rukia Kuchiki aveva da riferirgli, senza perdersi in inutili chiacchiere.
    La verità è che - anche se si presentava rigido come uno stocafisso nella sua postura - aveva il cuore che gli pulsava a mille per l'emozione.


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    Spaparanzato sulla sedia da ufficio ad ascoltare musica e a giocare sul telefono per tutto il giorno, insomma una pacchia totale.

    « Oggi è proprio una bella giornata… fossero cosi tutti i giorni…

    Avevo scaricato sul telefono da poco uno degli ultimi giochini di tendenza che se non conoscevi non eri nessuno, quindi dovevo farmare esperienza, dovevo diventare forte e mostrare a tutti i miei conoscenti le mie abilità superiori.

    « DAI!!! NOOOO!!!

    Ogni tanto con foga mi alzo e mi posiziono seduto con i gomiti poggiati alle ginocchia per giocare in modo serio, per canalizzare tutta l’energia in quelle maledette partite, per sconfiggere quei livelli quasi impossibili.

    » SIII!!!

    Superare il livello di quel giochino era la cosa più soddisfacente che potessi provare durante una giornata di tranquillità.
    Continuo cosi per qualche oretta fino a quando non vengo richiamato.

    « Mi cerca Uryuu?

    Senza pensarci due volte, senza nessun risentimento spengo il giochino a metà del livello, e metto il telefono in tasca. Un azione imperdonabile per il giocatore medio, ma se quel giocatore sapesse che il giochino è in grado di salvare in automatico senza mai farti perdere nulla allora capirebbe benissimo e lascerebbe stare.

    Rilassato e con tutta la tranquillità del mondo mi dirigo nell’ufficio del comandante e prima di entrare busso per “chiedere” il permesso di entrare, come si fa normalmente in un modo civilizzato.

    » Mi hai chiamato? E’ successo qualcosa?

    Con un tono tranquillo, il tipico tono che si usa tra parenti, parlo appena entrato nella stanza senza nemmeno controllare se di fronte a me ci fosse Uryuu o chi sa chi altro.



     
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    Varcato l'uscio dell'ufficio del Capitano Kuchiki, la donna fece cenno allo Shinigami avvicinarsi, mentre terminava di leggere un rapporto. Non le ci volle che qualche secondo per finire e riporre la pergamena in un cassetto della scrivania. Un sospiro stanco, mentre con la schiena si appoggiava alla poltrona, rilassandosi: quando aveva accettato di diventare Capitano della 13a Brigata, lo aveva fatto più che altro per senso di responsabilità verso il precedente Capitano e verso i suoi compagni, e anche se sapeva a cosa andava incontro, mai si sarebbe aspettata che le mansioni dell'ufficiale comandante di una brigata forssero tanto ... beh, tanto e basta !

    Vieni Naoki, siediti, ho una Missione speciale per te oggi. - disse col solito tono calmo e gentile. - Jiro, Anzai, voi due potete andare ... - fece poi la donna, congedando i due Shinigami che, senza l'esplicito congedo del superiore, sarebbero rimasti immobili come statue anche tutto il giorno.

    Questa Missione è un pò delicata e dovrai collaborare con degli agenti umani ... anzi, per la precisione questa è una loro operazione, nella quale noi ci limiteremo a offrire supporto. - spiegò l'ufficiale, recuperando da un cassetto una grossa pergamena e dispiegandola sulla grossa scrivania. Era una mappa, la cui intestazione riportava "Karakura Town". E sebbene tutti gli Shinigami conoscessero quella città, non fosse altro che per le lunghissime, interminabili lezioni dell'Accademia, difficilmente Naoki avrebbe riconosciuto l'intricato schema di linee e poligoni disegnato sulla carta.

    Non la riconosci, vero ? Questa è una mappa di Karakura Town, sebbene ... non sia proprio la parte che vi hanno fatto studiare all'accademia ! - fece la donna. - Questa è una mappa della rete fognaria della città e, per quanto disgustoso, negli ultimi anni quella zona è diventata più importante della città stessa ! - spiegò.

    Tu ti sei unito al Gotei 13 solo di recente, quindi forse non ne sei stato informato, ma l'anno scorso a più riprese sono state individuate attività sospette li sotto: prima un nido di Hollow e poi una rete di collegamento che univa diverse strutture segrete dell'organizzazione umana che ci ha creato tanti problemi negli ultimi tempi. Questa volta però non ci aspettiamo particolari problemi: la Torre ha individuato dei deboli segnali di Reiatsu Negativa provenire dalle fogne e sospettano che qualche Hollow di basso livello possa essere apparso, magari attratto dai residui di energia spirituale dei precedenti occupanti. - spiegò ancora il Capitano.

    Come puoi intuire, la rete è immensa, e pertanto la Torre ha dispiegato diverse squadre per esplorarla: i Denreishinki e i loro sensori non funzionano bene laggiù, per cui non è possibile tracciare con esattezza la fone del segnale. Inoltre, stando agli accordi, i membri della Torre devono evitare, finché possibile, di distruggere le anime Hollow, e questo è il motivo per cui in ogni squadra sarà presente uno Shinigami: se trovate un Hollow, neutralizzatelo e infine occupati di purificarlo !




    Mondo Umano - Karakura Town - La Torre
    Ad accogliere il Quincy fu un ragazzo sulla trentina che, più che un comandante, sembrava un teppista di strada appena uscito da una gang. Anche l'accoglienza non ricordava affatto la formalità di un ufficiale comandante - Ehilà, sfigato della terza ... ti va un pò d'azione con i veri professionisti ? - fece, con un sorrisetto divertito stampato sul viso. - Siediti, siediti, che ti spiego la situazione !

    Ieri abbiamo rilevato alcuni deboli segnali di Reiatsu Negativa provenire dalle fogne di Karakura Town. Probabilmente sarà qualche Hollow di basso livello che si è rintanato la sotto, ma è meglio risolvere il problema prima che sfoci in qualcosa di peggio. E visto che a causa delle missioni di pattuglia siamo a corto di uomini, abbiamo chiesto a Ishida di assegnarci qualcuno delle altre divisioni. E' stato più che felice di raccomandarti per questa operazione ! - spiegò il comandante.

    Inoltre per questa missione dovrete fare gruppo con degli Shinigami della Soul Society, sai, per via degli Accordi... quindi sorridi ragazzo, è il tuo giorno fortunato ! - fece ancora l'ufficiale con entusiasmo.


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    Se fosse stato un tipo di persona diverso, probabilmente avrebbe mosso preoccupazione per l'aria affaccendata del suo capitano. Era molto attento e non gli era sfuggito che quel giorno le sembrava particolarmente più stanca del solito. L'assenza del Tenente Ai probabilmente aveva gravato la donna di ancora più responsabilità di prima, era un ragionamento piuttosto semplice da elaborare. Avrebbe potuto chiederle se potesse servirle aiuto, ma optò per tacere e basta, osservando l'altra senza togliersi di dosso il guscio rinsecchito in cui aveva nascosto la sua anima.

    Arrivo.

    Senza esitare, si mise seduto di fronte al suo Capitano, come richiestogli, e prestò peculiare attenzione ad ogni parola rivoltagli.

    Le prime parole di Rukia gli fecerò scattare con un tic il sopracciglio sinistro.

    Collaborare con gli Umani? Ma stiamo scherzando? Già non era il tipo che amava collaborare con gli Shinigami, figuriamoci con esseri umani che avevano un decimo dei suoi anni sulle spalle. Ovviamente avrebbe cercato di mostrarsi troppo turbato davanti a quella richiesta, lasciò che l'altra potesse parlargli ancora, e mosse lo sguardo con rapido interesse verso la mappa che l'altra gli mostrò.

    Non riconobbe la piantina, poteva attribuirla ad una cittadina del mondo dei vivi, per via delle sue caratteristiche, ma non sarebbe mai riuscito a riconoscere Karakura Town - probabilmente gli stessi abitanti della città non avevano idea dell'intricata ramificazione di vie che si estendevano nelle fogne, sotto i loro piedi.

    Sgranò leggermente gli occhi.

    Karakura Town.

    Aveva sentito parlare moltissimo di quella città. Chiunque ne aveva sentito parlare all'accademia. I racconti legati alle azioni di Ichigo Kurosaki e i suoi compagni avevano incantato le giovani generazioni di nuovi Shinigami, e la potente carica spirituale della cittadina l'aveva sempre resa protagonista delle ultime grandi battaglie nella storia della Soul Society.

    Di certo non mentiva...quando ha detto "speciale". Si limitò a pensarlo, ma dalla luce che gli si era accesa nello sguardo si poteva chiaramente comprendere quanto fosse interessato a quella particolare missione.

    Poteva anche tralasciare l'idea incombente di una collaborazione - che solitamente gli avrebbe rivoltato le budella per il fastidio. Era qualcosa che avrebbe accettato più che volentieri pur di lanciarsi in una città così iconica e rappresentativa per la storia del mondo. Era un grande onore, per uno Shinigami del suo calibro, poter essere indirizzato laggiù. Ascoltò le informazioni e il resoconto del Capitano con infinita attenzione, non perdendosi niente della sua spiegazione.

    Non sembrava impensierito dall'idea di infilarsi nelle fogne, né disgustato. Se Kuchiki Rukia, in veste di Capitano, gli avesse ordinato di gettarsi anche nella più putrida delle paludi per adempiere ad un compito, lui l'avrebbe fatto senza battere ciglio. Seguiva ogni regola gli venisse impartita, poiché era a quella Brigata che aveva votato il suo onore. E ancora di più seguiva le leggi del suo cuore e della sua mente, che non gli avrebbero più fatto dormire sogni tranquilli - qualora non fosse riuscito a ripagare la fiducia del Capitano della Tredicesima brigata che lo aveva accolto tra i suoi membri.

    La ringrazio per la sua esaustiva spiegazione, Capitano. Non ci sono problemi per la collaborazione con gli Umani, sarò pronto a fornire il mio supporto, e purificherò gli Hollow trovati dalla squadra a cui sarò assegnato. Dichiarò, come se fosse stato un giuramento.

    Inoltre ho già avuto a che fare con un Hollow che era in grado di mascherare la sua Reiatsu al Denreishinki, non abbasserò la guardia. Non sapeva nemmeno lui perché glielo avesse detto. Voleva vantarsi con lei dei suoi miseri successi? O voleva rassicurarla per toglierle qualche preoccupazione di torno. Non avrebbe saputo dirlo nemmeno lui.

    Mi assicurerò di studiare a fondo la situazione e di riportarle qualsiasi tipo di anormalità. Disse di nuovo, rigido nel tono quanto nella postura.

    La ringrazio per aver scelto me per questa missione, non la deluderò. E questa era veramente una promessa, una di quelle che avrebbe cercato di soddisfare anche a costo della vita.
    Si alzò nuovamente in piedi, aspettando ulteriori istruzioni da parte della donna, senza mai mancare di fissarla in faccia ogni volta che parlavano.


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    « Oh! Porca merda…

    Avevo sbagliato, per qualche strano motivo che non riuscivo nemmeno a spiegarmi, mi aspettavo di incontrare Uryuu… ed invece nell’ufficio c’era una persona attualmente sconosciuta.

    » Scusi la scortesia.

    Con leggero inchino cerco di enfatizzare il dispiacere e rendere le scuse più credibili.
    Di fronte a me c’è un tizio… un teppista di strada?... una persona che non mi da per niente l’impressione di una persona seria da seguire.

    « Da dove è uscito questo?...

    Faccio una brutta smorfia che cerco di far passare per un finto sorriso appena lo sento che mi chiama “sfigato” ma non dico nulla, non ne ho ancora il diritto.
    Avrei preferito sicuramente rimanere in piedi ma essendo lui quello con una carica superiore ubbidisco e mi siedo su una di quelle sedie scomode.
    Senza dire nulla ascolto le sue parole stando composto e annuendo entusiasta di poter tornare in prima linea per testare le mie nuove idea.

    « Almeno questa volta non sono da solo, posso contare sull’aiuto di qualcun altro…
    Sarà una passeggiata.

    » Non c’è problema, accetto volentieri l’incarico.
    Mi sa dare qualche informazione ulteriore delle fogne? Dobbiamo stare attenti a qualcosa in particolare?
    Mi sa dire dove è programmato l’incontro con lo Shinigami?



     
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    Nel vedere l'espressione seria e rigida di Naoki il volto della donna si contrasse in un sorrisetto divertito - D'accordo, hai trenta minuti nel caso volessi prepararti, dopodiché recati al Cancello Senkai: la squadra partirà da li. - fece la donna, congedando il sottoposto. Avrebbe quasi voluto ordinargli di togliersi quell'espressione seria dal volto, ma ormai ci aveva perso le speranze. Sospirando stanca, prese un'altra pergamena dalla scrivania e iniziò a leggere...

    [...]

    La squadra al cancello Senkai era composta da 10 Shinigami: 9 in fila di fronte a quello che sembrava il comandante della spedizione. In effetti a Naoki non sarebbe sfuggita l'esile figura che si ergeva di fronte al gruppo: Momo Hinamori, Tenente della 5a Brigata, assegnata a supervisionare quell'operazione in assenza del Tenente Ai, ancora distaccato nell'Hueco Mundo.

    Non mancò di salutare con un inchino il nuovo arrivato non appena lo vide - Naoki-san, il Capitano Kuchiki mi ha informata che ti saresti unito alla spedizione. Prendi posizione, partiremo a breve ! - fece la donna.





    Mondo Umano - Karakura Town - La Torre
    Il sorrisetto da monello di strada che, malgrado l'età, continuava a mostrarsi inconfondibile sul volto del comandante si allargò ancor di più quando il giovane Katagiri accettò l'offerta di buon grado. Non che potesse rifiutare quell'ordine, ma il fatto che l'avesse presa bene gli faceva piacere. E infondo era più facile lavorare con persone ben disposte.

    Va bene allora, la squadra è al completo. Andiamo nell'atrio e aspettiamo che arrivino gli Shinigami ! - avanzando con entusiasmo adolescenziale verso l'uscio della stanza e facendo cenno al giovane di seguirlo...

    [...]

    La squadra era composta da 21 persone, compreso il capitano e lo stesso Shigeo, e tutti sembravano conoscersi più o meno bene, al punto da ridere e scherzare come vecchi amici di bevute. Lo stesso comandante non si sottrasse a qualche battuta, il che indicava che il clima nella 1a divisione non era poi così formale. Se l'atteggiamento del comandante di poco prima non fosse stato già sufficientemente esplicativo. E a confermare ulteriormente quel clima da osteria, il giovane venne accolto da strette di mano e pacche sulle spalle.



    NOTA: solo per questo turno seguiamo quest'ordine di post: posta prima Naoki, descrivendo l'arrivo nel mondo umano (il portale si apre direttamente nell'atrio della Torre); dopodiché posterà Shigeo. Eventuali interazioni sono libere.


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    Forse sarebbe davvero riuscito a togliersi quella terribile espressione di torno se si fosse sentito costretto. O forse no. Era così abituato ad avere quell'espressione che probabilmente neanche si ricordava che effetto facesse sorridere alla vita. Non che fosse stato mai uno tutto sorrisetti e carinerie. Nemmeno quando se ne stava da solo con suo fratello si lasciava andare a risate grasse o a esternazioni particolarmente eclatanti. Era sempre stato un tipo silenzioso, e taciturno, anche da bambino. Per questo probabilmente avevano deciso di chiamarlo Naoki.

    Chinò il capo con fare deciso quando venne congedato dal suo Capitano.

    Arrivederci, Capitano Kuchiki. Salutò di nuovo, più per educazione e senso del dovere che per un reale senso di attaccamento o affezione nei suoi riguardi. Si conoscevano comunque da poche settimane, era impensanbile credere che avessero potuto stringere un legame di qualsiasi tipo. E considerando che Naoki era pure difficile, era piuttosto logico supporre che neanche in un centinaio di anni si sarebbe lasciato andare.

    Fece dietrofront e abbandonò l'ufficio di Rukia Kuchiki pronto a scansare le continue domande di Anzai e Jiro che si erano appostati dietro l'angolo per sapere come fosse andata.

    Ma non hanno mai niente altro da fare questi?

    [...]

    Si presentò in orario di fronte al Cancello Senkai predisposto per la loro operazione. C'erano altri Shinigami della Tredicesima Divisione disposti in ordine, affrettò il passo per metters in riga. A coordinarli c'era una persona che non aveva mai incontrato ma di cui aveva a lungo sentito parlare. L'effige della Quinta Brigata allacciata sul suo braccio non lasciava adito a dubbi. Momo Hinamori era considerata all'interno dell'Accademia Shinigami una delle maggiori esperte nell'utilizzo dei Kido, e non era raro che ogni tanto andasse a fare visita agli alunni. Fu sorpreso nel sentirsi chiamare per nome, l'aveva già memorizzato? Per uno come lui?

    Trovava che ci fosse un abisso di distanza tra un comune cadetto come lui ed un Tenente, secondo solo ai Capitani per ordine d'importanza. Fece un rapido inchino, emulando quello ottenuto in saluto, seppur il suo fosse più fermo e rigido.

    È un onore conoscerla Tenente Hinamori. Il tono era lo stesso che aveva rivolto al capitano Kuchiki, lo stesso utilizzato per rivolgersi ad Hisagi Shuhei, lo stesso che avrebbe utilizzato per chiunque altro. Un tono educato e rispettoso, ma freddo e senza trasporto, senza dolcezza né sorpresa.

    Obbedì al comando, e come richiesto prese posizione insieme agli altri, attendendo il momento dell'apertura del cancello verso il mondo dei vivi.
    Dal quartiere generale venne inviato il consenso per procedere, e così, uno alla volta, gli Shinigami si fecero avanti attraverso l'apertura circolare che collegava i due mondi. A fare strada c'era Hinamori, seguita da una coppia di Shinigami che stavano chiacchierando con lei di vecchie storie passate. Naoki era al centro della fila, seguito dai compagni che erano stati designati per coprire le spalle al gruppo in caso di difficoltà.

    Le jigokucho, le farfalle nere degli Shinigami, volavano attorno a loro, una per ogni anima intenta ad attraversare il regno dei morti, per tornare i quello dei vivi.

    Il sentiero era sgombro di ostacoli e nel giro di pochissimi istanti il gruppo di Shinigami si trovò dall'altro lato.

    Il Cancello Senkai eretto per l'occasione era stato collegato direttamente alla Torre, alla base operativa degli umani dotati di poteri paranormali. La stanza era luminosa e fresca, ed era già pullulante di persone intente ad aspettare il loro arrivo.

    Naoki fece un ultimo passetto prima di saltellare al fuori del cancello, accompagnato dallo svolazzare della farfalla nera che di lì a poco sarebbe sparita di nuovo all'interno del portale.

    C'era un allegro chiacchiericcio, un tipo di comportamento che Naoki trovava inadeguato per la preparazione ad una missione, ma cercò di trattenersi dall'esprimere ognuno di questi suoi pensieri. Era un onore per lui che fosse stato scelto per quella missione, quindi avrebbe dovuto sopportare qualsiasi cosa non gli andasse particolarmente a genio. E ce ne erano molte. Si aggiusto i lembi della veste nera, facendo poi altrettanto per la Zanpakuto al suo fianco destro, prima di muovere un cenno di saluto silenzioso al gruppo di Umani raccolti nell'atrio.

    Non conosceva nessuno di loro per cui non aveva reale motivo per attaccare bottone. Non che se li avesse conosciuti avrebbe fatto molta differenza, se ne sarebbe stato sulle sue ugualmente, tant'è che non aveva nemmeno fatto parola nemmeno con i suoi compagni della Tredicesima se non per pochi saluti brevi e poco più. Era fatto così, del resto.


    Spero che ci suddividano in fretta in squadre così potremo andare a fare il lavoro in pace.


    Pensò, osservando con lo sguardo i movimenti di Momo Hinamori, era comunque un Tenente di tutto rispetto, e gli piaceva comprendere il tipo di atteggiamento che i superiori mostravano in questo genere di situazioni, gli piaceva analizzare e studiare e rubare con gli occhi per imparare a sua volta. Il Tenente Hinamori aveva sempre dei modi così cortesi e garbati, e magari - osservandola - avrebbe saputo approcciarsi meglio con le anime dei Plus che aveva il dovere di proteggere e di purificare.

    ~

    NOTE: "interagire" con Naoki è sempre molto relativo. Il prossimo pg lo faccio simpatico, promise.


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    Il comandante sembrava essere contento delle mie risposte e senza darmi una spiegazione a quello che avevo chiesto mi invita a seguirlo.

    « AH ma cosi, subito?...

    Non che avessi bosogno di prepararmi o di portarmi dietro chi sa che arma, non mi portavo dietro nemmeno l'arco che avevo ricevuto in regalo da Uryuu figuriamoci se avevo bisogno di qualcos'altro.

    Mi alzo in piedi, raddrizzo i vestiti per togliere qualsiasi imperfezione, e seguo il vivace tempistello che mi stava dando i comandi.

    [...]


    Tra una cosa ed un altra mi ritrovo a stare in un gruppo di venti persone sconosciute di una divisione difersa rispetto a quella alla quale ero stato assegnato, non che conoscessi qualcuno in particolare della mia divisione.
    Rimango serio, composto e fulmino con lo sguardo i vari compagni che mi rivolgono la parola o che scherzano con me.

    « TSK! pessimi...

    Continuo ad aspettare silenzioso e leggermente in disparte, sia per poco interesse verso quel gruppo, sia per evitare di essere coinvolto nei loro discorsi di cui non mi interessava pressoche nulla.

    « Quando arrivan...???


    Ad un certo punto ecco che dal nulla appare il famoso cancella con cui gli Shinigami attraversano i due mondi. Essendo la prima volta che lo vedo di persona e soprattucco lo vedo in prima fila, rimango sbigottito e per un attimo la mia espressione seria viene meno.
    Ancora prima che qualcuno si accorga della mascella che penzola squoto velocemente la testa e ritorno composto ad osservare l'arrivo degli Shinigami.

    Insieme agli shinigami anche le famose farfalle nere, le jigokucho, arrivarono nell'atrio attraverso quelle porte interdimensionali.

    « Dovrei chiedere a Uryuu di farmi fare una missione nella Soul Socety... potrebbe essere una bella esperienza... un po come andare a visitare un altro paese...

    A vedere quelle "persone", che non erano altro che anime leggermente piu forti rispetto al normale, non sentivo niente di che, nessuno di loro attirava particolarmente la mia attenzione a parte probabilmente quello che è il loro comandate.
    Tutti vestiti uguali, tutti con la loro tipica zanpakuto sul fianco... niente di che, niente di cosi sorprendente... forse vivere ogni giorno insieme ad una figura importante come Uryuu ha annullato qualsiasi evtusiasmo di fronte a questo tipo di evenimento... o forse quel gruppo non aveva niente di cosi entusiasmante da dover rimanere impressionato.

    « Finalmente ci siamo...


    Appena tutto il gruppo degli Shinigami attraverso il portale, quasi impaziente, inizio a fissare il nostro comandante spingendolo mentalmente con "la forza" in avanti.

    « Sah dai superiamo questi inconvenevoli...


     
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    Per gli Shinigami arrivati dalla Soul Society, La Torre doveva sembrare il luogo più strano del mondo. Niente legno, solo cemento e acciaio. Il calore degli edifici finemente decorati era sostituito dal freddo bianco, intervallato ogni tanto da qualche pannello di colore diverso. L'unico tocco di vita era dato da alcune piantine coltivate in piccoli vasi nel cortile centrale.

    Fortunatamente non sarebbero rimasti a lungo in quel luogo: appena varcato il Cancello Senkai, che subito si richiuse alle spalle del gruppo, il capo della spedizione, Momo Hinamori, si rivolse al comandante della 1a Divisione. - Sono Momo Hinamori, Tenente della 5a Brigata, è un onore conoscerla ! - un saluto molto formale, di chi prestava attenzione all'etichetta e al protocollo.

    Di tutt'altro avviso fu Moe Shishigawara, Comandante della 1a Divisione della Torre - Ehilà ! - rispose al saluto, accompagnando le parole con movimenti della mano che indicavano un saluto. Inutile dire che furono in pochi gli Shinigami che non rimasero quanto meno perplessi a quella risposta così spensierata e informale. Dopo qualche attimo di stupore e imbarazzo il Tenente Hinamori si riprese e iniziò a discutere i dettagli della missione con il Comandante.

    Dopo qualche minuto vennero formati i gruppi: - Ok, aprite tutti le orecchie: ci divideremo in 7 squadre di 3 membri, più la squadra di supervisione che saremo io e il Tenente Hinamori. Ora chiameremo i vostri nomi, quando li sentite, fatevi avanti ... - spiegò l'uomo, mentre il Tenente della 5a Brigata si faceva avanti con un registro. Ogni volta che veniva chiamato un nome, uno si faceva avanti, per poi riunirsi in gruppo e tornare in riga dopo la nomina del terzo elemento della squadra. - ... Naoki Nakamura, Shigeo Katagiri, Ludwig Krennen: squadra 4 ! - annunciò la donna, continuando poi l'elenco ...


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    Il mondo dei vivi era lontano anni luce rispetto a quello che si trovava nella Soul Society. Lo si poteva dedurre dalle loro abitazioni ma anche dai loro indumenti o dal loro modo di porsi. Era come se epoche diametralmente opposte si fossero scontrate tra loro. C'era ben poco di tradizionale nella struttura in cui si trovavano, forse solo gli Shinigami della Dodicesima si sarebbero potuti sentire a loro agio.

    Era tutto nuovo e decisamente curato là dentro, era molto diverso dalle abitazioni umane che aveva avuto modo di vedere prima d'ora, inoltre non aveva ancora così tanta esperienza con il mondo umano, era nel Gotei 13 da poche settimane dopotutto, anche se cercava di non darlo a vedere e di non farsi vedere troppo impressionato da ciò che lo circondava. Degnava gli umani solo di qualche sguardo, che era destinato più che altro a capire con chi avesse a che fare, più che altro.

    Affilò lo sguardo quando il Comandande della Prima Divisione si rivolse a quel modo al Tenente Hinamori. Per quanto lo riguardava, quello che stava loro davanti era comunque un umano - poteva essere in una posizione di comanda e avere incredibili poteri, ma restava umano. Avrebbe dovuto mostrare più rispetto nei riguardi della persona che aveva davanti, e per lo meno rispondere decentemente alla presentazione del Tenente della Quinta Divisione.

    Ma come si permette di salutarla così? Che modi sono? Il pensierò gli infuriò solamente nel cervello, anche perché strinse forte le labbra per non emettere un fiato, e si curò semplicemente di gettare un'occhiata torva verso le maniere tenute da quello che era il Capo del gruppo umano assegnato alla missione.

    Certi umani non capiscono davvero il valore delle persone a cui rivolgono la parola, molte volte. Ragazzini stupidi che si fanno ingannare dalle apparenze. Cosa credono che abbia davvero gli anni che dimostra? Rispetto la pazienza infinita del Tenente, al suo posto non gliel'avrei fatta passare liscia. Continuò a brontolare nella mente, mettendo su un piccolo broncio sul volto. Probabilmente non era stato il solo a pensarlo, perché molti altri Shinigami - come lui - rispettavano la forza e il vigore degli ufficiali all'interno delle Divisioni, e trovavano discutibile una mancanza di rispetto nei loro confronti.

    Per fortuna nessuno sollevò discussioni sterili, avrebbe semplicemente reso più complicato collaborare e c'era una missione da portare a compimento. Quello aveva più importanza delle buone maniere.

    Ascoltò gli ordini elargiti con rinnovato vigore dal Comandante degli umani dotati di poteri paranormali. Li ascoltò come se fossero arrivati comunque da un superiore. Era la carica più alta in comando assieme al Tenente Hinamori, e questo gli dava automaticamente il consenso a determinare le regole a cui avrebbe sottostato senza battere ciglio.

    Quando venne chiamato il suo nome si fece avanti, con postura eretta e testa alta. Era fiero di quel nome, del resto glielo aveva dato Makoto.
    Così come avevano fatto gli Shinigami prima di lui, avanzò e si collocò assieme ai compagni umani con cui era stato smistato.

    E così i miei compagni sono loro...

    Avrebbe gettato una fredda occhiata a Shigeo Katagiri e a Ludwig Krennen, come per capire che genere di persone fossero. Non sarebbe risultato amichevole o gentile, ma neanche come uno che voleva attaccare briga o che volesse creare loro problemi.

    Naoki Nakamura della Tredicesima Divisione. Si sarebbe presentato con austerità e serietà ai suoi due compagni. Lo avrebbe fatto per formalità più che per il reale bisogno di fare amicizia o attaccare bottone.
    Non una parola di troppo, non un fiato di troppo. Avrebbe chinato il capo con pacata calma e poi si sarebbe rimesso in linea, dritto come un soldatino, aspettando le indicazioni dei loro comandanti di quella giornata. Una spina nel piede sarebbe stata più piacevole e simpatica di lui, ma del resto il fato aveva voluto quest'incontro e gli umani avrebbero dovuto tenerselo così. Non avrebbe finto di essere contento di lavorare assieme a loro, e non avrebbe disprezzato a gran voce quell'incarico lamentandosi con loro. Avevano una missione, e l'avrebbero fatta assieme, niente di più.

    Almeno questo era come lo Shinigami la viveva.


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    Gli sinigami tutti disciplinati, tutti in ordine, tutti in silenzio e composti.
    Tutti che si comportavano da manuale come è giusto che sia, e poi il nostro comandante, come preannunciava persino il suo aspetto, se ne esce fuori con un "Ehilà!".
    Con tutta la naturalezza del mondo, e la fatica della terra, rimango con un espressione neutra mentre dentro di me rido a crepapelle mentre noto le facce degli shinigami che non gradiscono per niente quel modo di fare.


    La divisione in gruppi non era qualcosa che mi aspettassi ma a ripensarci era abbastanza ovvio, non è che potevamo andare a caccia di Hollow in monoblocco con piu di cinquanta persone...
    Rimango in silenzio composto, in posa quasi da militare con le braccia dietro la schiena, a fissare i vari Shinigami e umani che venivano suddivisi in piccoli gruppi da tre.
    Appena viene chiamato il mio nome mi sposto come ci era stato indicato, prima del mio nome viene chiamato quello di uno Shinigami, un ragazzo con gli occhiati probabilmente della mia stessa età, o almeno il suo aspetto era quello che mi dava come impressione.
    Subito dopo di me un certo Krennen, mai sentito prima, infatti lo squadro dalla testa ai piedi per cercare di capire se era un Quincy come me oppure un banale Fullbringer.

    » Piacere, io sono Shigeo Katagiri.

    Non avevo molto da dire, e non avevo intenzione di svelare il fatto che fossi un Quincy, quindi a parte presentarmi non avevo nulla da riferire in piu, almeno per il momento.

     
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    Ludwig Krennen: per qualche motivo tutti quelli che lo incontravano per la prima volta davano per scontato che fosse un Quincy. Del resto, tra i novellini della Torre vigeva la regola non scritta che tutti i tedeschi fossero Quincy. Capelli biondi, alto, slanciato, decisamente di bell'aspetto e con un feticismo per gli abiti bianchi che di certo non aiutava a farlo passare per qualcos'altro.

    Salve, sono Ludwig Krennen, e no ... non sono un Quincy ! - fece, sorridendo leggermente imbarazzato. Non era esattamente un mago a socializzare, ma non si poteva dire che peccasse di buona volontà. Come i compagni di squadra, si mise in fila e attese che i superiori terminassero la formazione delle squadre.

    Al termine fu il comandante della 1a Divisione a prendere parola - Va bene, ora che le squadre sono formate, possiamo andare. Ricordate, e lo ripeto soprattutto a voi Quincy: non uccidete gli Hollow a meno di non esserci costretti. Limitatevi a metterli fuori combattimento e poi lasciate fare ai vostri colleghi Shinigami. - disse.

    Un'altra cosa: ricordate che li sotto i Denreishinki e gli altri dispositivi potrebbero non funzionare. In passato più volte si sono dimostrati fallaci nella rete fognaria di Karakura Town e nelle strutture sotterranee, quindi cercate di non farci troppo affidamento: limitatevi a pattugliare la zona che vi verrà assegnata e niente di più ! Avete domande ? - chiese infine il Tenente Hinamori, volendo essere certa che tutti sapessero cosa fare.


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    Restò in silenzio per qualche istante, mentre Shigeo e Ludvig prendevano posto con lui, sulla stessa fila.

    Il primo dei due sembrava un ragazzo nella norma, non era tanto diverso da qualsiasi altro che avrebbe potuto trovare da quelle parti. Non aveva divise che lo riconducessero ad una specifica divisione o ad una fazione, e per questo cercò di soppesarlo più a fondo, come per capire che tipo fosse. All'apparenza sembrava distaccato e freddo, come lo era lui. E sperava davvero che gli somigliasse, perché questo avrebbe voluto dire che sarebbero andati tacitamente d'accordo - nel rispetto delle regole.

    Il secondo dei due era quanto di più diverso potesse esistere da Naoki, aveva capelli biondi e lineamenti molto diversi, una tenuta bianchissima. Non aveva niente a che fare con la sua vestaglia nera o con i lineamenti tipicamente giapponesi che gli erano stati attribuiti dalla nascita. Arricciò il sopracciglio con fare incuriosito, non capendo - in effetti - il perché di quella precisazione.

    Non aveva ben chiara la differenza che ci fosse tra Quincy o Fullbringer, e di certo non avrebbe potuto dire per certo di capire l'origine dei poteri di qualcuno, solo guardando l'aspetto di una persona. Registrò comunque quell'informazione, non era un Quincy. Era sicuramente molto importante che lo avesse detto, in realtà.

    I Quincy, da quanto mi hanno detto, sono abili sulle lunghe e sulle medie distanze. Se questo umano non è un Quincy, potrebbe avere uno stile di combattimento diverso. Ma quanto diverso?

    Aggrottò leggermente la fronte su questo pensiero, andando a prendere di nuovo parola.

    Io combatto con questa, sono fatto per gli scontri ravviccinati. Appoggiò il palmo della mano sinistra sul pomo dell'impugnatura della sua spada. Voi invece?

    Non si soffermò troppo sul fatto che tecnicamente avrebbe potuto usare anche un Kido, ma del resto non era prettamente specializzato nelle arti della magia demoniaca e non gli era sembrato il caso di avanzare quella possibilità.

    Il tono, logicamente, non si era fatto più gentile o amichevole, era sempre lo stesso, non faceva trapelare alcuna emozione. Il ragazzo non voleva essere neanche l'anima della festa, a dirla tutta, se fosse stato per lui avrebbe potuto fare scena muta fino alla fine dei suoi giorni. Semplicemente aveva Bisogno di quelle informazioni, poiché più ognuno di loro avrebbe conosciuto le abilità dei compagni, più le loro probabilità di successo ne avrebbero beneficiato.

    Più condividiamo le informazioni, meno rischiamo di lasciarci la pelle. E, sinceramente, non sopporterei l'idea di essere sconfitto da uno di loro. C'era una vibrante decisione in quell'ultima frase, un tiepido disprezzo dipinto attorno alla parola "loro". Era evidente che odiasse gli Hollow, il rancore che lo permeava non se ne sarebbe mai andato - almeno questo era quello che lui pensava. Sperava che offrendo quella spiegazione aggiuntiva potesse convincere gli altri due umani a condividere quelle che erano le loro abilità principali o in cosa consistesse il loro stile di combattimento.

    Restò in silezio, poi, lasciando che i rispettivi comandanti potessero fornire loro le ultime disposizioni.
    Apprezzò, in realtà, che il Capitano del gruppo di umani speciali scelti per la missione avesse ricordato quell'importante informazione. Era vitale, era imperativo, che l'equilibrio tra le anime non venisse alterato, e sapere che anche nel Mondo Umano queste regole venivano rispettate lo faceva sentire decisamente più tranquillo. Di certo non erano degli stupidi che avrebbero rischiato di compromettere l'alleanza con la Soul Society.

    Ascoltò le indicazioni giunte da Momo Hinamori, corrispondevano perfettamente a quelle che il Capitano Kuchiki gli aveva riferito all'interno del suo ufficio, e trovava corretto che tutti i presenti, umani compresi, fossero al corrente di ogni dinamica o pericolo pronto in agguato per loro.

    Non aveva altre domande a cui sotoporre gli ufficiali, per cui rimase in silenzio, gettando occhiate curiose ai suoi compagni per capire se anche loro fossero pronti a partire insieme a lui. Avrebbe atteso ulteriori specifiche sulla zona da pattugliare e si sarebbe attenuto - come sempre - agli ordini impartiti.


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    Se per un attimo l’aspetto e il nome del ragazzo tedesco stava attirando la mia attenzione, appena svela di non essere un Quincy la mia attenzione nei suoi confronti scende al minimo indispensabile per sapere che è uno del mio team.

    « Speriamo si renda utile.

    ...

    Sentendo le parole del comandante che con cui cerca di assicurarsi che i Quincy non facciano casino, inizio a guardarmi intorno alla ricerca delle persone che avevano il mio stesso sangue, quanti erano? Ne conoscevo qualcuno?
    Fino a poco prima avevo ignorato questa eventualità , ma sapendo di dover “competere” con altri Quincy non potevo rilassarmi neanche un po’.

    « Questa volta non deluderò Uryuu…

    Appena il ragazzo Shinigami inizia a chiedere informazioni sul nostro stile di combattimento lo inizio a fissare dall’alto in basso, il suo abbigliamento era quello tipico degli Shinigami… era ovvio che avrebbe usato quella katana… è qualcosa che fanno tutti quelli della sua “specie”.

    Appena Naoki fa riferimento agli Hollow riesco a scorgere il suo disprezzo verso quelle creature di cui non osa nemmeno pronunciare il nome quindi prendo subito parola dando il minimo indispensabile come informazioni.

    » Io posso combattere sia ravvicinato che a distanza, ma se posso scegliere preferisco il combattimento a distanza.

    Continuo a non voler svelare ancora il fatto di essere un Quincy, come se fosse un segreto di stato, come se ci fosse bisogno di chi sa quale insistenza da parte loro per poter svelare le mie abilità, le mie origini.

    Detto ciò non ci restava che ascoltare quello che aveva da dire il nostro compagno biondino, quindi appena finisco la mia presentazione sposto la mia attenzione su di lui squadrandolo come avevo fatto poco prima con il compagno Shinigami.

    « Sono curioso di sapere che abilità ha questo ragazzo.

     
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