Niamh Ó Deargáin

Niamh ha un aspetto minuto, grazioso; i lineamenti dolci del viso ed i suoi brillanti occhi color lilla sono i suo tratti più affascinanti. Ha lunghi capelli argentati, incantevoli, cui è solita adornare con accessori floreali che si intonano al colore dei suoi occhi.

Niamh possiede un temperamento tranquillo, particolarmente riservata e taciturna, dotata di una spiccata intelligenza e straordinarie capacità di apprendimento, che la rendono completamente imprevedibile, capace di sorprendere i suoi coetanei e persino gli adulti. La morte della madre e la scomparsa del padre segnarono gravemente la sua crescita. Niamh ha serie difficoltà ad instaurare un rapporto con altri e tende a chiudersi in sé stessa, ciò nonostante apprezza la compagnia. Ama i peluche bizzarri; porta sempre con sé un peluche dalle sembianze di un piccolo demone nero con le corna ed una maschera bianca.

La piccola Niamh nacque alcuni anni dopo la sconfitta di Yhwach; sua madre, Evleen Erskine, ebbe un contatto ravvicinato con un Hollow, eliminato da Séighín Ó Deargáin, un uomo dotato di grande potere spirituale, il padre della bambina, prima che l'orrida creatura potesse porre fine alla vita della giovane donna prossima a dare alla luce la piccola Niamh.
La bambina crebbe sana ed allegra fino all'età dei quattro anni, quando un'altra di quelle creature maligne varcò le porte del mondo umano, aggredendo la bambina, cui potere era ancora acerbo. Evleen perse la vita nell'intento di proteggerla. La piccola Niamh era rimasta impietrita a guardare con sguardo attonito la creatura mentre faceva a pezzi sua madre.
Andrà tutto bene, piccola mia... furono le ultime parole di Evleen rivolte alla sua bambina. Niamh gridò.
Séighín fece in tempo a soccorrere sua figlia, impedendo che la creatura divorasse la piccola Niamh, ma non riuscì a proteggere la donna che amava da quel mostro. Séighín giunse troppo tardi. E non riuscì nemmeno ad uccidere la creatura. In quel momento, il cuore dell'uomo andò in frantumi e la sua psiche ne fu gravemente compromessa. Da quel tragico momento, la loro vita di entrambi cambiò radicalmente.
Gli avvenimenti di quel giorno non finì nei notiziari, nemmeno in quelli locali, alcune persone si occuparono di occultare la faccenda ed ciò che accadde rimase sepolto nel buio delle tenebre di quella dannata e miserabile città.
Si trasferirono in Giappone poco tempo dopo, in una piccola città ad un'ora di treno di distanza da Karakura. Un cambio improvviso, necessario. Una nuova caotica vita. La bambina era diventata taciturna, non esternava più alcuna emozione e nemmeno si esercitava sui propri poteri, perdendo del tutto l'interesse per il proprio potere, che sua madre in più occasioni lo aveva definito come un dono e non una disgrazia. Quel potere era anche una parte della sua bambina, non avrebbe mai potuto odiarlo, nonostante fosse consapevole di come lo avesse ottenuto. Séighín, invece, non era più in grado di badare a figlia, non nelle sue condizioni, con l'odio ed il risentimento che provava nei confronti di quel mostro che gli era sfuggito; amava sua figlia, era tutto ciò che le era rimasto, ma era consapevole che non sarebbe stato in grado di crescerla e donarle un vita serena. La sua mente era obliata dal desiderio di vendicare la morte della sua amata.
La loro nuova casa era un appartamento arredato con il necessario per vivere, un ambiente freddo, cupo, dove non si percepiva nemmeno un po' l'aria di una famiglia felice. La piccola Niamh accompagnava ogni mattina suo padre alla Torre, una struttura in cui formavano nuovi cacciatori per l'eterna guerra contro quelle orribili creature chiamate Hollow e qualunque altra minaccia, ma non seguiva suo padre nelle missioni della seconda divisione a cui egli apparteneva. Lei rimaneva in attesa del ritorno di suo padre nella biblioteca della Torre, in compagnia di un peluche dalle sembianze di un piccolo demone nero con le corna ed una maschera bianca, da cui non si era separata nemmeno un momento; era per lei un prezioso ricordo di quei giorni allegri trascorsi con la sua famiglia. In quei momenti di solitudine, quel diavoletto nero era il suo unico amico, ma col tempo iniziò a trovare conforto nei libri, che divennero la sua unica fonte di intrattenimento. Non aveva altri modi di passare il tempo, era ancora troppo piccola per partecipare alle lezioni ed agli addestramenti per diventare una cacciatrice, benché non avesse mai mostrato un valido interesse nel diventarlo. Niamh trascorreva il suo tempo immersa nella lettura e curiosando in giro. Quando suo padre tardava troppo, si addormentava in una delle panche della biblioteca abbracciata al suo peluche, risvegliandosi tra le braccia di suo padre durante il viaggio di ritorno verso il loro umile appartamento. Ma un giorno, si risvegliò nella stessa panca dove si era addormentata la notte prima. Ed ancora il giorno successivo. La squadra delle seconda divisione assegnata alla missione di ricerca non fece ritorno quella notte.
Furono i membri della seconda divisione a darle quella terribile notizia. Niamh scoppiò in un pianto straziante. Aveva perso entrambi i genitori, prima sua madre, uccisa da una di quelle creature, poi suo padre, scomparso chissà dove in quel luogo chiamato Hueco Mundo, il mondo da cui provengono quelle dannate bestie affamate.
Niamh era rimasta sola. La Torre, i suoi membri, la presero sotto la loro tutela, cercando in ogni modo di alleviare anche se di poco il dolore per la scomparsa di suo padre. La piccola si era chiusa completamente in sé stessa. Era diffidente, raramente si avvicinava a qualcuno per prima, ed interagiva con il prossimo nascondendo parte del volto dietro il suo peluche con apparenza di diavoletto.
Negli anni successivi, Niamh ottenne il permesso di frequentare le lezioni, riuscendo a migliorare il dominio sul proprio potere, nonostante pochi utilizzi consumasse tutte le sue energie, provocandole una repentina stanchezza, sino allo svenimento.
La piccola Niamh ancora attende il ritorno di suo padre...