Aerith Uryan Tepes

Il suo aspetto da hollow è riconducibile alla figura del licantropo: spalle larghe, manto nero come la notte, una vita sottile e capace di ergersi sulle zampe posteriori per attaccare selvaggiamente con i suoi lunghi ed affilati artigli d'osso-ferro. Le sue sei lunghe code sono il suo tratto più distinto, da cui può generare aculei d'osso-ferro intrise di sangue e reishi per abbattere le sue prede a lunghe distanze.

Nella sua forma di demi-hollow, Aerith agisce in base al proprio istinto di predatrice; ha un temperamento apparentemente calmo e tranquillo, è paziente, studia attentamente la sua preda e l'ambiente circostante in attesa del momento propizio per attaccare. In alcune rare occasioni è possibile vederla giocare con le proprie prede, come una forma per scaricare la tensione e lo stress accumulato durante la battuta di caccia.

La bambina giaceva rannicchiata sul fianco, con il viso rivolto verso la piccola finestra di quell'angusto stanzino buio, osservando con sguardo spento i fiocchi di neve che scendevano pigramente da un cielo bianco notturno.
La neve... è così bella, pensò.
La piccola tremava vistosamente. Si strinse le braccia intorno all'esile corpicino gelido e dolorante. La prima lacrima scese silenziosa giù per la guancia. Poi la sua angoscia sfociò in un pianto violento e senza speranza.
Mamma...
Il tempo passava. La luce del giorno filtrava dal vetro della piccola finestra illuminando appena quel buio ambiente angusto. E senza che se ne accorgesse era di nuovo notte. Lei non si alzava. Il suo respiro tremante si faceva sempre più flebile e sottile. Lo sguardo sempre più appannato. Chiuse gli occhi. Poi il suono di una catena.
Era stesa a terra. Non riusciva più a piangere. Era avvolta da una inquietante calma. Non provava alcun dolore e nemmeno freddo, nessuna angoscia. La mente annebbiata. Al suo fianco una figura che indossava la sua stessa candida camicia da notte sporca. Aveva il viso nascosto dai suoi folti capelli chiari. Il suo corpo pieno di lividi di percosse e bruciature. Non la riconosceva.
Si alzò e si sedette in un angolo. Rimase ad aspettare in silenzio.
Ho fame.
La porta si aprì e la luce accecante piombò all'improvviso in quel luogo gelido e buio. Una sagoma oscura sottile si chinò sulla minuta figura stesa a terra. La prese tra le braccia. E si allontanò. La bambina tese le braccia per essere presa.
Prendi anche me...
La catena si spezzò.
Non lasciarmi qui...
La porta si richiuse e tornò il buio.
Ti prego, non andartene!
Era di nuovo sola.
Perché nessuno era venuto a salvarla? Strinse la mani al petto. Una sensazione di vuoto la lacerava. Ed il dolore che provava per l'abbandono richiamarono le ombre dal mondo dei morti. Entità oscure e terrificanti con indosso maschere fatte d'ossa la condussero nell'oblio. In un mondo in un cui la notte regna sovrana. E i loro artigli la spogliarono della sua carne umana. Le ombre nascosero il suo visino dietro una maschera d'ossa soffocando le strazianti urla della sua anima lacerata. Il macabro rito fu concluso. Lei fu tramutata in una feroce e mostruosa creatura assetata di sangue.

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